Influencer muore cadendo dal ponte più alto di Spagna: la pericolosa corsa ai like sui social media
Il 13 ottobre, Lewis è morto precipitando dal ponte più alto di Spagna, il Castilla-La Mancha a Talavera de la Reina, mentre cercava di creare contenuti per i suoi follower su Instagram. La sua passione per le altezze vertiginose e le sfide estreme l’ha condotto a un’impresa che, purtroppo, gli è costata la vita.
Un’ascesa social finita in tragedia
Lewis Stevenson aveva cominciato a costruirsi una discreta popolarità sui social grazie alle sue imprese spericolate. Le sue pagine Instagram, @thegoodtimepeople e @exp.dition, raccoglievano migliaia di seguaci affascinati dalle sue acrobazie ad altezze da capogiro: grattacieli, antenne, strutture che non erano esattamente pensate per essere scalate. Il suo era un profilo che attirava gli amanti del rischio e dell’adrenalina, persone che cercavano emozioni forti, anche solo da uno schermo.
Domenica mattina, però, qualcosa è andato storto. La giornata era iniziata presto, con Lewis e un amico che avevano deciso di scalare il famigerato ponte spagnolo, nonostante le superfici fossero ancora scivolose per l’umidità della notte. Arrivati a circa 60 metri di altezza, l’amico ha sofferto di vertigini e si è fermato, mentre Lewis ha proseguito da solo. Poco dopo, però, è successo l’irreparabile: il ragazzo ha perso i sensi ed è caduto nel vuoto. Un automobilista, testimone della scena, ha chiamato i soccorsi, ma era ormai troppo tardi.
Lewis Stevenson: quando il rischio diventa troppo grande
Una delle cose che spesso dimentichiamo, accecati dalle immagini affascinanti e dai video mozzafiato che vediamo sui social, è che dietro queste imprese c’è un prezzo da pagare. Arrampicarsi sul ponte Castilla-La Mancha era severamente vietato per legge, un dettaglio che Lewis e il suo amico avevano deciso di ignorare. La loro sfida al pericolo si è trasformata in una tragedia.
La assessora alla sicurezza locale, Macarena Muñoz, ha definito l’evento “triste e sfortunato”, ricordando come quel tipo di comportamento non solo fosse illegale, ma anche incredibilmente rischioso. Per molti, la domanda che sorge spontanea è: perché farlo? Qual è il limite tra l’adrenalina e l’incoscienza? La risposta, purtroppo, spesso risiede nella pressione dei social, nella voglia di distinguersi in un mare di contenuti e ottenere una manciata di like che, alla fine, non valgono il rischio di una vita.
Una passione che lo ha consumato
Le reazioni alla morte di Lewis sono state commoventi e allo stesso tempo intrise di un senso di inevitabilità. La sua famiglia, che lo conosceva bene, aveva cercato più volte di dissuaderlo. Il nonno del giovane, intervistato dal Daily Mail, ha raccontato di aver provato a convincerlo a smettere di fare cose così pericolose. “Cercavamo di dissuaderlo, ma lui era fatto così: amava l’avventura e credeva sempre che tutto sarebbe andato per il meglio”. Era il classico giovane che viveva la vita senza freni, sempre alla ricerca di nuove emozioni, spinto da quella convinzione – forse troppo comune tra i giovani – che niente di male possa realmente accadere.
Le ultime parole di Lewis alla sua ragazza, Savannah, sembrano quasi una beffa del destino. Le aveva mandato un messaggio affettuoso, un semplice “Buongiorno” seguito da tre baci. Era un normale inizio di giornata per lui, uno di quei momenti che nessuno avrebbe immaginato potesse trasformarsi in tragedia. Savannah ha rivelato che sospetta che il suo fidanzato non avesse mangiato o bevuto a sufficienza, ipotizzando che la debolezza fisica possa aver contribuito alla sua perdita di sensi, ma nessuno saprà mai con certezza cosa sia davvero accaduto in quei drammatici minuti.
Il prezzo della notorietà digitale
Quella di Lewis è solo l’ultima di una serie di tragiche storie che coinvolgono giovani influencer disposti a rischiare la vita per il contenuto perfetto. In un’epoca in cui i social media dominano ogni aspetto della nostra quotidianità, diventa facile perdere il senso della realtà e confondere la voglia di avventura con comportamenti sconsiderati. Non è un mistero che molti creator si spingano oltre, cercando di emergere in un ambiente sempre più competitivo e saturo. Ma a che prezzo?
In fondo, c’è davvero bisogno di un altro video spericolato per impressionare qualcuno che, probabilmente, ha già scrollato via dopo pochi secondi?