Volete accedere alla sanatoria per le Partite IVA? Preparatevi a pagare minimo 5 mila euro. Questo è un aiuto per i lavoratori autonomi?
In Italia ci sono circa 5 milioni di Partite IVA, una media molto alta rispetto a quella europea. Solo la Grecia ci supera ma questa propensione ad intraprendere la strada dell’autonomia non si ritrova certo nei grandi vantaggi dell’imprenditorialità.
Le considerazioni da avanzare in tema di autonomia lavorativa sono numerose. L’89,9% dei lavoratori autonomi italiani lamenta difficoltà nello svolgimento del proprio lavoro nonché una mancanza di aiuti da parte dello Stato. Il carico burocratico è eccessivo, gli incarichi non sono stabili mentre le tasse sì, i pagamenti spesso arrivano in ritardo. Insomma, gli ostacoli sono numerosi e tanti professionisti faticano a tenere aperta la propria attività.
Per non parlare di chi lavora come un dipendente ma pagando le tasse come autonomo perché le aziende non assumono. Naturalmente non si può negare come ci siano anche professionisti che evadono le tasse – in alcune Regioni d’Italia la ricevuta è un lusso – ma ciò non significa che le Partite IVA oneste, che vogliono lavorare e dichiarare quanto ricevuto debbano essere penalizzate. La sanatoria proposta dal Governo invece sembra proprio una beffa.
Sanatoria Partite IVA, l’adesione costa minimo 5 mila euro
Chi ha pensato di aderire alla sanatoria prevista dal concordato preventivo biennale troverà nel cassetto fiscale la stima Sogei sulla somma da versare. Una volta nota si potrebbe cambiare idea perché la cifra non sarà inferiore a 5 mila euro. Non conta se si abbia o meno una pagella fiscale perfetta, si dovranno versare minimo mille euro all’anno per accedere al condono delle irregolarità fiscali compiute tra i 2018 e il 2022.
Cinque anni, 5 mila euro minimo. Significa che per tante altre Partite IVA la somma sarà molto più alta. Non c’è più attesa, gli interessati potranno controllare subito all’interno del cassetto fiscale la cifra da pagare. Da lunedì 14 ottobre, infatti, sono disponibili i calcoli effettuati da Sogei, partner dell’Agenzia delle Entrate. Ma c’è di più.
Chi intenderà aderire al concordato preventivo dovrà considerare anche le tasse versate in una determinata percentuale che dipenderà dal voto finale nella pagella fiscale. Sembra un incubo ma questo ritorno sui banchi è reale. La Partita IVA con 10 in pagella dovrà applicare un’aliquota del 5% e sulla cifra ottenuta corrispondere il 10% per il 2018, 2019 e 2022 e il 7% per il 2020 e il 2021, anni del Covid. Chi ha 3 in pagella vedrà aumenti del 50% e aliquote del 15% per 2018, 2019, 2022 e del 10,5% per 2020 e 2021.