La mamme lavoratrici hanno diritto a due ore al giorno di permesso retribuito a condizione che soddisfino determinati requisiti.
Lavorare ed essere mamma non è semplice. Prendersi cura del bimbo significa avere tempo a disposizione per soddisfare le sue esigenze. I permessi retribuiti servono proprio per concedere questo tempo a chi ne ha bisogno.
La lavoratrice madre ha diritto ad un periodo di cinque mesi di maternità potendo scegliere se prendere due mesi prima del parto e tre mesi dopo oppure un mese prima della nascita e quattro mesi dopo. In ogni caso significa tornare a lavoro quando il bimbo è ancora molto piccolo e necessita di tante attenzioni. I neonati hanno bisogno del contatto con la mamma, devono essere allattati e il pannolino va cambiato frequentemente.
In Italia non è semplice gestire la maternità perché non sono molti gli aiuti efficaci a sostegno delle mamme lavoratrici. Non parliamo solo di aiuti economici ma anche di supporto nella cura e gestione del figlio senza doverlo lasciare otto ore con i nonni o una babysitter. Quante aziende hanno un nido nella propria struttura che permetta alle donne di recarsi dai bimbi durante l’orario lavorativo? Per chi allatta, poi, c’è un’esigenza particolare.
I permessi di allattamento retribuiti al 100% sono ore di riposo giornaliere che permettono alla mamma (o al papà) di assentarsi dal posto di lavoro per prendersi cura del figlio entro il primo anno di età. La misura può essere richiesta anche in caso di adozione e affido e sarà il datore di lavoro ad anticipare la somma poi coperta dall’INPS.
I permessi sono concessi alle mamme dopo il periodo di congedo obbligatorio di maternità oppure ai papà qualora le mamme non ne usufruiscano. Il padre ne ha diritto anche se la madre è casalinga, disoccupata o lavoratrice autonoma e la richiesta vale anche se il genitore lavora in smartworking. La durata del permesso varia in base all’orario di lavoro.
Due ore al giorno qualora l’orario giornaliero risulti superiore a sei ore oppure un’ora al giorno in caso di orario giornaliero inferiore alle sei ore. Valori che raddoppiano in caso di parto gemellare. Per poter fruire delle ore di permesso la mamma interessata dovrà inviare domanda al datore di lavoro. Il datore di lavoro ha l’obbligo di concedere i permessi e non può pretendere che le ore di assenza vengano recuperate con straordinari. In caso contrario scatterebbe la sanzione da 516 a 5.164 euro più la reclusione da sei mesi a un anno.
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