Scopriamo quale peso hanno su tredicesima e ferie i permessi connessi alla legge 104. Questi sono tutti i dettagli da tener presenti.
La legge 104 prevede una serie importante di contributi e agevolazioni a favore dei disabili e dei loro familiari. In questo senso rappresenta ancora oggi, dopo aggiornamenti e modifiche , un riferimento deciso per i diritti connessi alla disabilità. Le agevolazioni, come accennato, riguardano non solo il soggetto disabile, ma anche i suoi familiari.
Si evidenzia così il ruolo della famiglie e dei care-giver, in particolare nel progetto di cura e assistenza della persona disabile. Questo riconoscimento passa attraverso la concessione di alcune opportunità anche nello svolgimento del lavoro. Nello specifico la possibilità di fruire di permessi retribuiti dall’attività, finalizzati proprio all’assistenza del familiare disabile.
Permessi legge 104, quale influenza sul lavoro
In generale, si può dire che possono fruire dei permessi della 104 tutti i dipendenti se il disabile da assistere non è ricoverato in una struttura 24 ore su 24. Il lavoratore ha diritto a 3 giorni di permesso a 3 giorni di permesso al mese, da utilizzare anche in maniera continuativa. Da ricordare che i permessi giornalieri sono frazionabili anche ad ore (2 ore di permesso giornaliero, se l’orario di lavoro è superiore a 6 ore, oppure un’ora di permesso al giorno se l’orario di lavoro è inferiore a 6 ore).
Quello orario è solo uno degli aspetti caratterizzanti i permessi della 104. Un aspetto è da sottolineare, perché spesso alimenta dei dubbi da parte di chi ne fruisce. I permessi giornalieri della 104 oltre a essere retribuiti sono coperti da contribuzione figurativa utile per la pensione. Non solo, infatti i permessi della 104 non incidono sul calcolo della tredicesima e sul computo delle ferie.
In altre parole, il datore di lavoro non può trattenere la somma relativa alle giornate di assenza dall’occupazione per la fruizione dei permessi, a chi ne dispone secondo la legge. Il contrario di quanto succede per i congedi parentali o per la malattia del figlio. La giurisprudenza applica un orientamento che tende a evitare che il taglio della retribuzione per chi fruisce dei permessi, ne riduca l’uso.
Insomma chi fruisce dei permessi della 104 ha pieno diritto alla tredicesima mensilità senza alcun taglio. Così come non hanno peso sul calcolo delle ferie. Uniche eccezioni a questa regola, se il permesso è fruito congiuntamente ai congedi parentali ordinari o al congedo per malattia del figlio. Questa è una distinzione importante da tenere presente, per evitare confusione e dubbi in fase di stima delle retribuzioni duranti i congedi per assistenza.