Non tutti lo sanno, ma l’INPS garantisce una pensione casalinghe, pur senza avere i contributi. Ecco come fare e chi ne ha diritto.
Il numero di donne che scelgono di non lavorare e di occuparsi in prima persona di casa e figli è sempre più ridotto, soprattutto perché emerge l’esigenza che entrambi i coniugi possano avere un impiego per garantirsi uno stipendio e uno stile di vita almeno discreto. A volte possono però emergere motivi diversi che impediscono di farlo, pur dovendo rinunciare a un guadagno certo. Fortunatamente non è così impossibile rimediare a questa situazione, esiste infatti una pensione per le casalinghe, fornita direttamente dall’INPS, che consente di avere un guadagno mensile.
Si tratta certamente di un piccolo vantaggio, grazie a cui si può supplire almeno in parte alla mancata attuazione di una riforma di cui si era parlato in passato, ma che non è poi mai entrata in vigore. Silvio Berlusconi, infatti, nel corso degli anni aveva sostenuto a più riprese la necessità di garantire uno stipendio a chi si trova in questa situazione, convinto che il loro compito giornaliero fosse assimilabile a un lavoro. La proposta aveva però fatto non poco discutere, soprattutto chi ha un impiego e svolge comunque le stesse azioni, anche se in un arco di tempo inferiore.
Tanti tendono a dare per scontato l’attività che le donne svolgono tra le mura domestiche, tutelarle anche sul piano economico non può che essere importante, così da evitare che tutto sia sulle spalle del coniuge che lavora. Questo è possibile grazie alla pensione casalinghe, accessibile pur senza avere maturato contributi.
Le strade da seguire sono due, così da gar antirsi un guadagno anche quando non si sarà più giovanissime.
La prima prevede di sfruttare il Fondo Casalinghe, a cui possono iscriversi sia donne sia uomini, con un’età tra i 18 e i 65 anni. L’età è quindi il primo requisito richiesto, ma non devono nemmeno verificarsi quelle “condizioni ostative” che fanno da impedimento, secondo quanto previsto dalla norma. È necessario innanzitutto non svolgere attività lavorativa autonoma o dipendente, per cui ci sia l’obbligodi iscrizione ad altro ente o cassa previdenziale. In alternativa, se si svolge un’attività lavorativa anche continuativa ma prestata a orario ridotto, si avrà la contrazione, ai fini del diritto alla pensione casalinghe, del corrispondente periodo di assicurazione obbligatoria. È inoltre indispensabile non essere titolare di pensione diretta.
Presentare la domanda per ottenere l’indennizzo è comunque semplice. È possibile procedere online attraverso il sito INPS utilizzando le proprie credenziali (SPID, CIE, CNS) e compilando l’apposito modulo. È compito dell’INPS verificare la richiesta, un eventuale rifiuto sarà comunicato attraverso una raccomandata. In alternativa, si può sfruttare il contact center dell’INPS, al numero 803164 (gratuito da rete fissa) o 0614164 (da rete mobile). o rivolgersi ai patronati. L’ente comunicherà poi l’importo da versare, il minimo è intorno ai 26 euro al mese.
La seconda opzione per ottenere la pensione casalinghe è rappresentata dalla pensione sociale, ma è indispensabile rispecchiare alcune caratteristiche, ovvero:
Le differenze negli importi che si andranno a percepire possono essere piuttosto sostanziose. In genere con i 35 anni di contributi con il Fodo Casalinghe si può arrivare ai 1.000 euro, mentre con la pensione sociale difficilmente si superano i 500 euro.
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