Un nuovo richiamo del Ministero della Salute riguarda un prodotto vegetale: ecco di cosa si tratta e perché è bene non mangiarlo.
Nuova allerta alimentare diramata dal Ministero della salute e stavolta si parla di rischio chimico per un prodotto facilmente rintracciabile tra gli scaffali dei supermercati italiani.
Il Ministero della Salute è costantemente al lavoro per controllare i prodotti che quotidianamente vengono immessi sul mercato e consumati dagli italiani. L’Italia nel 2023 è stata la quarta in UE per il numero di notifiche riguardo le segnalazioni sui prodotti da richiamare. Prima c’era la Germania seguita da Paesi Bassi e Francia.
L’allerta stavolta, è uscita nella giornata di martedì 22 ottobre e il prodotto in questione non deve essere consumato perché c’è un rischio chimico che può portare a intossicazioni di vario genere. Vediamo qual è il prodotto in questione.
Consumare un prodotto che può avere un rischio chimico è pericoloso per la salute. Per questo il Ministero della Salute esegue controlli serrati ogni giorno per segnalare eventuali anomalie e avvertire i consumatori nel caso in cui avessero acquistato tali prodotti incriminati, così da riportarli immediatamente al negozio e soprattutto di non consumarli per nessuna ragione.
E stavolta il Ministero della Salute ha emanato un allerta relativamente ad un prodotto di origine vegetale che presenta un rischio chimico. Stiamo parlando dei crauti conditi che presentano la possibile presenza di alcaloidi pirrolizidinici superiori ai limiti di legge nel cumino.
L’azienda che li produce si chiama Azienda Agricola Ivo Gelmini Ssa e i crauti sono venduti in barattoli di vetro da 500 grammi. Nello specifico i lotti in questione sono due: 100727 – 270327 e le date di scadenza riportate su ognuna delle confezioni sono: 10.7.27 e 27.3.27.
Ulteriori informazioni per il riconoscimento del prodotto in questione: i crauti sono commercializzati dall’azienda Azienda Agricola Ivo Gelmini Ssa, e il produttore indicato sul modulo di richiamo è Ivo Gelmini, con sede dello stabilimento di produzione Via Sant’Anna – Valle San Felice 38065 Mori (TN).
La nota del Ministero scrive anche: “Si invitano i consumatori a non consumare il prodotto e riportarlo presso il punto vendita per il rimborso”. Dunque, qualora si fosse in possesso di tale prodotto è bene non mangiarlo ma riportarlo nel punto vendita dove è stato acquistato così da ottenere un rimborso economico. Di recente c’è stato anche un altro richiamo alimentare relativo al prosciutto crudo.
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