Novità per le mamme lavoratrici, che avranno la possibilità di usufruire di maggiori permessi e congedi, così da gestire meglio la famiglia.
Gestire famiglia e lavoro può non essere semplice per nessuno, può cambiare poco anche se si hanno i nonni vicino e si possono affidare loro i figli quando sono ancora piccoli. Non tutti infatti fanno orari di ufficio, per questo diventa inevitabile riuscire a districarsi tra i vari impegni. Pensare però di licenziarsi è però evidentemente impensabile, in quasi tutte le coppie entrambi i genitori lavorano ma arrivano comunque alla fine del mese con non poca difficoltà a causa delle diverse spese che si trovano ad affrontare A fare i sacrifici maggiori, però, sono soprattutto le mamme lavoratrici, che cercano di non fare mancare niente ai loro cari avendo davvero pochi momenti da dedicare a sé, soprattutto se sono separate.
Tante finiscono per accettarlo, nonostante generi in loro profonda sofferenza. Fortunatamente, però, un piccolo spiraglio sembra esserci davvero e permetterà ad alcune di tirare un sospiro di sollievo. La gestione della professione diventerà più semplice grazie a una novità normativa di cui in pochi erano a conoscenza.
Mamme lavoratrici: una buona notizia in arrivo
La novità che riguarderà le mamme lavoratrici potrà rappresentare qualcosa di davvero positivo per molte di loro, che avranno modo di usufruire di maggiori permessi e congedi, senza grosse difficoltà per ottenerli. Già questo per alcune sarà considerata una vera manna dal cielo, visto che si ritrovano a dover fare i salti mortali o addirittura a ricevere rifiuti dal proprio datore di lavoro quando hanno la necessità di assentarsi.
Non si tratta, è bene precisarlo, di qualcosa che sarà garantito a tutte. È infatti pensata per chi può sfruttare la Legge n. 104/1992, quella che riconosce agevolazioni ai disabili e alle persone che hanno il compito di assisterle. Le mamme lavoratrici che hanno un figlio portatore di handicap avranno così modo di godere di maggiori permessi così da seguirlo in prima persona.
L’entità dei vantaggi varia a seconda dell’età del figlio. In caso di figlio disabile grave di meno di tre anni la madre (vale anche se adottiva o affidataria) può scegliere quale agevolazione adottare tra:
- tre giorni di permesso mensile, anche frazionabile in ore;
- permessi orari retribuiti in base all’orario di lavoro (due ore o un’ora al giorno a seconda che l’orario lavorativo sia superiore o inferiore a sei ore giornaliere).
- un prolungamento del congedo parentale.
Nel caso di madre biologica di un figlio disabile grave di età tra i tre e i dodici anni (e la madre adottiva o affidataria di disabile grave con tre anni di età ed entro dodici anni dall’ingresso in famiglia del minore, sono due le misure tra cui scegliere:
- un prolungamento del congedo parentale;
- tre giorni di permesso mensile, anche frazionabile in ore.
Questo vale anche per la mamma adottiva o affidataria di un disabile grave con tre anni di età ed entro dodici anni dall’ingresso in famiglia del minore.
Le mamme lavoratrici di un disabile grave oltre i dodici anni (e la madre adottiva o affidataria di un soggetto con disabilità grave, oltre i dodici anni dall’ingresso in famiglia) possono invece godere di tre giorni di permesso mensile, che possono essere anche frazionati in ore. Se lo dovessero ritenere necessario, è possibile usufruire di un periodo di massimo due anni di congedo straordinario, dove possono ottenere un’indennità pari alla retribuzione ricevuta nell’ultimo mese di lavoro precedente al congedo, entro un limite massimo di reddito rivalutato annualmente.
I vantaggi non sono però finiti qui. Chi si trova in questa situazione può scegliere anche, se possibile, la sede di lavoro più vicina alla propria abitazione, oltre a non poter essere trasferita in un’altra sede senza consenso. Si ha poi il diritto a essere esonerati dai turni notturni, né si devono svolgere turni equiparati al lavoro di notte (cioè, i turni di reperibilità o di pronta disponibilità). Qualora l’azienda dovesse optare per lo smart working, la priorità spetta alle mamme lavoratrici con figlio disabile, senza tenere conto della sua età. Attenzione, la normativa è valida a livello generale per ogni familiare lavoratore che assiste un disabile.