I fagioli in scatola nascondono una verità preoccupante: il test ha messo in evidenza un dato a dir poco allarmante.
I legumi in scatola vengono acquistati da tantissime persone che li apprezzano non solo per la loro bontà, ma anche per la praticità e la velocità con cui possono essere consumati. È possibile conservarli in dispensa per diverso tempo e, all’occorrenza, utilizzarli per preparare i piatti che preferiamo. Tuttavia, quando si parla di alimentazione, dovremmo sempre essere consapevoli di ciò che stiamo mangiando e delle possibili implicazioni sulla nostra salute: i fagioli, nello specifico, nascondono una verità preoccupante.
È innegabile che l’acquisto di alimenti come i legumi in scatola risulti particolarmente pratico. Si tratta sicuramente di un vantaggio, soprattutto per chi ha poco tempo a disposizione per cucinare, eppure tale scelta potrebbe non essere la migliore per quanto riguarda la nostra salute. Un’indagine svolta di recente dagli esperti della rivista tedesca Öko-Test ha portato a galla un dato che dovrebbe mettere tutti noi in allerta.
Le analisi hanno interessato 20 diverse marche di fagioli in scatola (tra cui 8 biologiche). Questi erano soprattutto prodotti già pronti, cucinati con la ricetta dei Baked Beans e dunque aggiungendo salsa di pomodoro, spezie e zucchero. Dal test è emerso che la maggior parte dei fagioli in scatola presentava tracce di bisfenolo A (BPA), una sostanza chimica riconosciuta come interferente endocrino.
L’Unione Europea, in passato, ha mostrato una certa preoccupazione nei confronti del suo utilizzo, molto comune nella produzione di svariati articoli. Il bisfenolo – in grado di danneggiare il sistema immunitario umano anche a dosi basse – si trova in diverse materie plastiche, che vengono usate per l’imballaggio di bevande e di alimenti che acquistiamo quotidianamente.
L’esposizione al BPA costituisce un serio pericolo per la salute, determinando gravi conseguenze: dalle reazioni allergiche cutanee alla riduzione della fertilità, fino all’alterazione del sistema endocrino. Il problema purtroppo non riguarda esclusivamente i fagioli in scatola, ma anche altri prodotti di cui facciamo largo utilizzo, come il tonno.
Tornando all’indagine della rivista Öko-Test, solamente 5 marche si sono salvate. A non riportare tracce di bisfenolo A sono stati, in particolare, i fagioli in vetro. Con ogni probabilità, infatti, il BPA finisce col contaminare gli alimenti per via delle scatole in cui questi vengono confezionati, dalle quali si trasferirebbe. Tuttavia i produttori, da parte loro, affermano che la sostanza sia ormai talmente diffusa nell’ambiente da raggiungere i prodotti durante la fase di lavorazione.
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