Contrarre l’influenza aviaria consumando uova è difficile, ma non impossibile. Bisogna fare attenzione a un aspetto in particolare
Avete mai avuto dubbi sul consumo di uova o carne di pollo in un periodo in cui si parla tanto di influenza aviaria? È normale che la parola “virus” associata al cibo faccia scattare campanelli d’allarme, ma è importante fare chiarezza: consumare cibi di origine avicola ben cotti è assolutamente sicuro per la nostra salute.
La vera attenzione va posta invece sulla manipolazione di alimenti crudi. Vediamo insieme perché e come proteggerci con semplici accorgimenti. Un dato fondamentale che tranquillizza è che il virus dell’influenza aviaria, compreso il ceppo H5N1, viene eliminato completamente a temperature superiori ai 70°C.
Questo significa che un pollo arrosto, un brodo di gallina o un uovo strapazzato sono privi di rischi. Ad oggi, nessun caso di contagio umano è stato collegato al consumo di carne o uova ben cotte. Ma cosa succede con cibi poco cotti, come un uovo alla coque o sodo? Anche in questi casi il rischio è minimo, purché l’alimento venga manipolato correttamente prima della cottura. È qui che entrano in gioco alcune prassi igieniche che tutti possiamo seguire.
Le uova rappresentano un alimento straordinariamente versatile, ma spesso sottovalutiamo il ruolo del guscio. Questo può essere un potenziale veicolo di contaminazione. Se un volatile è infetto, il virus può depositarsi sulla superficie del guscio o, in casi rari, essere presente nell’uovo stesso.
Ecco quindi come fare per accertarsi che un uovo non contenga in alcun modo il pericolo di contagio per influenza aviaria:
Il vero rischio per l’uomo è legato alla manipolazione di carne cruda di animali infetti. Durante la macellazione o la preparazione casalinga, il virus può entrare in contatto con le mani, gli utensili o le superfici di lavoro, e da lì contaminare altri alimenti. In aree dove ci sono focolai, questa possibilità è più concreta, anche se le filiere alimentari sono oggi molto attente a evitare che animali malati entrino nella catena alimentare.
Per ridurre al minimo i rischi:
Le statistiche mostrano chiaramente che la maggior parte delle infezioni umane da influenza aviaria si è verificata in contesti dove gli individui hanno avuto contatti diretti con animali infetti o con superfici contaminate, ad esempio in allevamenti o mercati di animali vivi. Questo significa che, con buone prassi igieniche in cucina, possiamo continuare a gustare tranquillamente le nostre ricette preferite.
In cucina, il segreto per proteggersi dai rischi legati all’influenza aviaria non è smettere di mangiare carne o uova, ma imparare a trattarli nel modo giusto. Consumare un uovo alla coque o un pollo arrosto fatto in casa non solo è sicuro, ma anche un piacere che non dobbiamo toglierci. La prudenza, in questo caso, non è sinonimo di privazione, ma di consapevolezza.
Quindi, la prossima volta che preparate un pasto, ricordate: una cottura completa è la vostra migliore alleata. E voi, avete già aggiornato le vostre abitudini in cucina per garantirvi la massima sicurezza?
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