Nel 2025 si prevedono novità in relazione all’esonero contributivo per le mamme lavoratrici. Vediamo chi perderà i soldi in busta paga.
La Legge di Bilancio 2024 ha concesso l’esonero contributivo per le mamme che lavorano e hanno due o più figli. Nel 2025 la misura sarà ridimensionata e tante donne saranno escluse dall’agevolazione. Il risultato sarà una busta paga meno ricca.
La Manovra 2024 ha previsto un pacchetto di misure rivolte ai lavoratori dipendenti. Il Governo riconoscendo la necessità di aiutare economicamente le famiglie ha pensato ad una serie di interventi volti ad aumentare l’entrata mensile soprattutto per chi ha redditi bassi e spesso insufficienti rispetto il costo della vita attuale. Tra le misure ricordiamo il taglio del cuneo fiscale con percentuale del 6% e del 7% in base al reddito, l’imposta sui premi di produzione del 5%, l’aumento della soglia dei fringe benefit a mille euro per tutti i dipendenti e a 2 mila euro per i lavoratori con figli a carico e la decontribuzione per le mamme lavoratrici.
Quest’ultima misura, così come tutte le altre, riguarda esclusivamente le donne con contratto di lavoro dipendente. In particolare l’esonero contributivo si è rivolto unicamente alle titolari di un contratto a tempo indeterminato. Nessun aiuto da parte del Governo per le mamme lavoratrici autonome né per i professionisti in generale. Il concordato preventivo biennale, infatti, non può definirsi un “aiuto”.
Esonero contributi, le escluse dalla misura nel 2025
La Legge di Bilancio 2024 ha concesso l’esonero contributivo alle mamme con due figli di cui il più piccolo minore di 10 anni solo fino al 31 dicembre dell’anno corrente. Nel 2025, dunque, l’agevolazione resterà attiva solamente per le lavoratrici dipendenti con contratto a tempo indeterminato mamme di tre o più figli. Condizione necessaria che il più piccolo non abbia ancora compiuto la maggiore età.
I paletti si stringeranno, dunque, escludendo dalla decontribuzione tante beneficiarie. Chi ha tre figli o più potrà anche nel 2025 non versare il contributo IVS (contributi previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti) se dipendenti del settore privato o il contributo FAP se dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni. Il riconoscimento dell’esonero contributivo (9,19% della retribuzione) avviene direttamente in busta paga.
Prevede uno sconto del 100% dei contributi citati riparametrati su base mensile. Il tetto massimo all’anno è di 3 mila euro (250 euro al mese). Grazie allo sgravio lo stipendio delle mamme lavoratrici con tre o più figli che rispettano i requisiti sarà più alto anche nel 2025. In caso di contratto part time o apprendistato l’esonero verrà riproporzionato in base alle ore di lavoro svolto.