Tasse, tasse, e ancora tasse. No, non è lo “Sceriffo di Sherwood di Robin Hood” a reclamarle, ma uno Stato che non ne può fare a meno. Diritti e dove, l’esenzione Imu 2024 è una possibilità di risparmio non indifferente.
Al di là dell’ironia dopo aver fatto cenno ad un personaggio di fiaba, non ci sono dubbi sulla mole di imposte che imperversano nello scenario quotidiano. In un contesto in cui si analizza la doppia faccia di una stessa medaglia, quella che mette insieme diritti e doveri, non si può non fare riferimento ad una condizione del genere. Se c’è la possibilità di pagare meno, i contribuenti fanno salti di gioia, ma l’esenzione Imu 2024 riguarda tutti?
La fine del 2024 non poteva essere più dolce: meno tasse con l’esenzione Imu! Ma chi riguarda? Ad esplicare un quadro concreto è proprio una delle ultime pronunce della Corte di Giustizia Tributaria. Questa quale fa chiarezza sugli attori in gioco, ma soprattutto sui benefici ai quali si può fare riferimento.
Di certo, pagare una tassa in meno è un vantaggio non da poco in un contesto in cui l’inflazione aumenta e non smette di produrre i suoi dannosi effetti. Senza dimenticare al tempo stesso una mancanza di sviluppo economico che preoccupa i cittadini di oggi.
Il pagamento dell’Imu, sigla che indica l’Imposta Municipale Propria, vale in tutti i Comuni del territorio nazionale, e concerne il pagamento del possesso di beni immobiliari. L’istituzione di questa aliquota risale al Governo Monti nel 2011, e nel tempo ha subito delle modifiche. Ad esempio la TASI è stata accorpata all’IMU.
Questa tassa va pagata da proprietari, persone che godono di diritti reali come l’usufrutto e l’enfiteusi, locatari, concessionari aree demaniali e dal coniuge assegnatario della casa coniugale a seguito di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio.
A quanto pare però tra gli attori in gioco appena citati, c’è qualche fortunato che non deve corrispondere alcunché a fine 2024.
Tutto inizia da un momento di contestazione da parte di un contribuente ritiene di non dover pagare l’IMU a fine 2024. La sua esenzione deriverebbe dalla condizione che vive. Dibattiti e discussioni in merito non sono mancati, e la stessa Corte di Giustizia Tributaria della Lombardia aveva più volte rigettato la sua richiesta. Così, facendo appello alla Corte di Cassazione, il soggetto in causa non solo è risultato “vincitore”, ma ottiene dei vantaggi non indifferenti.
La contestazione parte dal fatto che due ex coniugi volevano entrambi usufruire dell’esenzione Imu 2024 pur vivendo ciascuno nella propria casa. Ma l’inghippo più grande è arrivato nel momento in cui la vantaggiosa scontistica era stata accertata solo alla donna. Così, l’ex partner ha deciso di fare appello alla Corte di Giustizia di primo grado, ritenendo di dover ottenere anche lui per legge, il suddetto beneficio. Da qui i primi rigetti da parte dell’istituto lombardo.
Richiedeva l’esenzione in quanto, differentemente dalla compagna e la figlia, questi aveva la residenza anagrafica in un’altra casa da quella in cui vive abitualmente. Così, si è avvalso del ricorso alla Cassazione che con l’ordinanza n. 19684 del 17 luglio 2024 ritiene che è un diritto dei coniugi e delle persone unite civilmente fissare residenze disgiunte. L’importante è che ciò non entri in contrasto con le regole inerenti la residenza familiare o comune. Quindi, spetta alla coppia decidere sull’indirizzo della vita familiare.
Nello specifico, in relazione all’esenzione Imu 2024 per la casa principale, bisogna escludere che la dicitura casa principale presupponga a sua volta l’abitazione abituale e la stessa residenza anagrafica della famiglia del possessore. Allora, accertandosi che non ci siano comportamenti elusivi, l’esenzione per l’abitazione principale spetta al possessore della casa in cui questi vive quotidianamente e risiede anagraficamente, pure se il partner ha residenza anagrafica in un altro comune.
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