Una piccola guida per riconoscere i funghi velenosi diffusi nel nostro Paese e non rischiare grosso. Mai ingerirli.
Nel nostro Paese esistono migliaia di tipologie di funghi differenti: se ne contano fino a cinquemila. Come sappiamo bene non tutte le specie di funghi sono commestibili. Esistono funghi particolarmente velenosi, tossici e potenzialmente letali.
Tanto per dare un’idea: nella sola Europa si registrano ogni anno oltre diecimila intossicazioni dovute al consumo di funghi. È quindi di fondamentale importanza riuscire a riconoscere i funghi velenosi per non rischiare di intossicarsi e mettere a rischio la propria incolumità.
I sintomi dell’intossicazione da funghi velenosi non sono sempre gli stessi. Dipendono dal tipo di fungo che è stato ingerito. Di certo c’è che alla comparsa dei primi segnali di una potenziale intossicazione – diarrea, vomito, crampi addominali – la persona che ha consumato i funghi va immediatamente accompagnata al pronto soccorso.
Tra i funghi più velenosi presenti in Italia c’è senz’altro l‘Amanita Phalloides, meglio conosciuto come Angelo della Morte per la sua letalità anche in piccole quantità. Questo fungo si trova prevalentemente nei boschi di latifoglie e di conifere. Si può riconoscere dal cappello liscio bianco-grigiastro-giallastro, a volte con striature verdi. Caratteristici anche il gambo bulboso e le lamelle bianche.
Massima attenzione anche all’Amanita Verna, spesso presente in terreni calcarei, nei boschi di latifoglie. Il colore è molto chiaro mentre il cappello, liscio e di forma emisferica, presenta dei toni ocra al centro. Il gambo ha la forma di un cilindro e la base è bulbosa. Le lamelle dell’Amanita Verna sono fitte e chiare. Dice tutto il nome del Boletus Satanas, il “Porcino malefico” che si trova spesso a gruppi nei boschi di latifoglie.
Lo riconosceremo dal concappello bianco, con sfumature grigio-verdi, di diametro di 10-30 cm. Il Boletus Satanas ha un gambo giallognolo, corto e tozzo. Quando viene tagliato assume una colorazione rossiccia. Occhio poi alla Gyromitra Esculenta. Cappello bruno-rossiccio, con gambo biancastro e sfumature rosa-viola, è facile trovarla in montagna, in terreni umidi. La sua forte profumazione può ingannare.
Passiamo adesso al più conosciuto dei funghi velenosi: l’Amanita Muscaria, con il suo inconfondibile cappello rosso, le lamelle chiare e il gambo chiaro e carnoso. Non è letale ma anche una minima quantità può dare seri problemi gastrointestinali, allucinazioni e euforia. Un altro fungo velenoso facile da incontrare è lo Scleroderma Citrinus: di forma sferica e privo di gambo, all’apparenza assomiglia a un tubero anche per il suo colore giallino.
Invece la Colombina rossa muove al vomito (motivo per cui viene detta anche “emetica”). È riconoscibile dal cappello bulboso rosso chiaro, senza striatura. Sembra più un fiore che un fungo la Lepiota Cristata. Questo fungo alto e bianco ha un cappello molto delicato che può farlo confondere con le mazze di tamburo (di colore più scuro). Attenzione infine alla Russola Foetens: ha un gambo sodo, sottile e di forma cilindrica. Oltre al cappello chiuso e al colore giallo ocra si caratterizza per l’odore acre che ricorda quello della varechina.
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