Capire a quanto ammonta il TFR può essere importante per ogni lavoratore, eliminare ogni dubbio a riguardo non è difficile.
Un lavoratore dipendente ha il vantaggio di accumulare il TFR o Trattamento di Fine Rapporto, elemento retributivo che viene dato a ogni persona quando si conclude il periodo trascorso con un’azienda (solo in casi particolari se ne può ricevere una parte). La sua entità varia a seconda della retribuzione che si percepisce annualmente, da assoggettare a rivalutazione secondo i dati dell’ISTAT. Poterla ricevere può essere quindi particolarmente utile perché consente di avere a disposizione un gruzzoletto più o meno grande da usare per quello che si desidera.
In attesa del momento in cui viene erogata, può però essere interessante conoscere sapere a quanto ammonti l’importo maturato, così da iniziare a farsi un’idea. Capirlo non è poi così difficile, anzi basta semplicemente avere la busta paga tra le mani e controllare la voce relativa che è presente in un punto ben preciso.
A quanto ammonta il TFR? Capirlo è davvero semplice
L’idea di poter avere a disposizione una cifra che va al di là di quanto si percepisce ogni mese di stipendio può fare piacere e può rivelarsi qualcosa di utile se si hanno spese ingenti da sostenere, magari anche impreviste. È comunque possibile capire già prima della fine del proprio rapporto di lavoro a quanto ammonta il TFR, anche chi non è un grande esperto di economia può soddisfare questo dubbio facilmente.
Attenzione, però, l’ultima busta paga non basta per determinare il totale della liquidazione maturata. Su può risolvere i dubbi a riguardo consultando la Certificazione Unica, documento che viene consegnato ogni anno a un lavoratore, che viene poi utilizzato per effettuare la dichiarazione dei redditi. Qui si trovano diverse informazioni importanti, quali anticipi, indennità, detrazioni, acconti, importo del TFR depositato in azienda, importo del TFR destinato a un fondo.
Sulla Certificazione si può inoltre consultare i punti dall’801 all’813, che permettono di conoscere il totale del TFR maturato al netto della relativa imposta sulla rivalutazione. Chi lo desidera può poi richiedere di integrare il TFR maturato nel mese direttamente allo stipendio. Si tratta di una soluzione, denominata quota integrativa di retribuzione (QuIR), che può rivelarsi utile in caso di difficoltà, che era stata introdotta dal 2015 al 2018 per poi essere abolita, oggi è però ancora disponibile. Presentando apposita richiesta, il datore di lavoro corrisponde una parte della liquidazione all’interno dello stipendio, ben sapendo che ovviamente non la riceverà dopo.
In alternativa, un dipendente può decidere di aderire ai Fondi di previdenza complementare, il Tfr andrà quindi depositato lì così da poterlo utilizzare quando necessario.
