Cosa potrebbe causare un semplice bonifico tra fratelli? Da quando la solidarietà diventa un problema? Molti non sanno che ci sono dei limiti che se superati a conti fatti causano dei guai grossi!
Che due fratelli si vogliano facciano tra loro un bonifico, sembra un gesto più che normale, quasi naturale. Ed è bene precisare che non c’è nulla di male in questo, ma che sicuramente non può essere fatto in maniera “indisciplinata”. Non che si vogliano regalare la “luna e le stelle”, ad ognuno spetta quanto si può materialmente dare, ma l’aspetto che sconvolge è che le limitazioni non sono così larghe come si potrebbe pensare. Per intenderci, nessuno è ricco, ma il giro di soldi fa ricchezza! Ci sono delle regole da rispettare, e chi le viola potrebbe anche fare un gesto generoso, ma all’ADE non importa, tassa pericolosamente!
È questo il nocciolo della questione, l’Agenzia delle Entrate, siglata ADE, non perdona. Ciò che passa al suo vaglio potrebbe generare non pochi problemi a chi pur agendo in buona fede, non ha visto quanto predisposto per legge. È chiaro che non tutti camminano con manuali di diritto in mano, come anche il fatto che chi fa una donazione familiare non avrebbe intenti loschi, ma ci sono dei giri di denaro che bisogna tenere sotto controllo, perché potrebbero nascondere altro.
La ratio della normativa è proprio questa, attenzionare dati, numeri e le condizioni poste, ed evidenziare laddove ci sono delle discrepanze pericolose. Il riciclaggio di denaro o anche le transazioni “poco pulite”, nel senso, “da dove vengono quei soldi?” vanno sempre appurate. Soprattutto ci sono dei limiti che è bene sapere, e che non tutti sanno, anche perché alcune situazioni sono frutto di aggiornamenti che pochi tengono in considerazione.
A disciplinare la questione entra in gioco il Codice Civile, manuale di diritto che amministra i comportamenti che pongono in essere le parti in gioco, tenendo conto di aspetti che attengono appunto al diritto privato. Non serve essere laureati in giurisprudenza per capire dove sta l’illecito, e no, non è che non si possono fare bonifici. Attenzione, si può, ma come già accennato, non è possibile realizzarlo in maniera indisciplinata per le ragioni esplicate. Come fare allora?
Quindi, assodato che i bonifici possono essere fatti e non ci sono limiti di prezzo, appunto se si vuole donare 1 milione di euro al proprio fratello, fortunato quel fratello, serve sapere come fare correttamente la transazione. Bisogna fare attenzione ad una dicitura che in virtù del rapporto familiare, appare scontata, ma che invece fa la differenza perché mantiene la giusta trasparenza che poi permetterà a sua volta di compiere gli accertamenti e vedere se si è a norma di legge.
Appunto, se si presta 1 milione di euro al fratello fortunello, va bene, purché venga specificata con cura la causale. Ogni movimento di soldi va giustificato e fatto, specialmente a prezzi così elevati, mediante versamenti tracciabili. A che titolo avviene il trasferimento di denaro? Ecco che ci sono specifiche da utilizzare caso per caso.
Se si tratta di una donazione tra familiari con un importo di modico valore si può inserire la dicitura di “donazione”, “regalia” o anche “prestito infruttifero”. Meglio se lo si lega ad un evento specifico, ad esempio “Regalo per acquisto di auto”, “Regalia per compleanno”, e così via.
È certo che se la cifra è elevata, la sola causale non basta all’ADE. È l’articolo 782 del C.C che afferma che le donazioni non di modico valore potrebbero essere ritenute “nulle” se non vengono stipulate con atto pubblico, cioè davanti un notaio e due testimoni. Segue poi l’articolo n. 783 che afferma che in caso contrario, le donazioni di modico valore, non necessitano di ciò. Ma a quanto ammonta il modico valore? Come riconoscerlo correttamente? Perché ciò che è modico per uno, potrebbe non esserlo per un altro?
Bisogna guardare il valore del bene e rapportarlo alla situazione economica del donante. Quindi, se un fratello dona dei soldi, e il suo cassetto del risparmio ne risente poco, allora può definirsi una donazione di modico valore. Al contrario, no, perché il donante si ritrova con pochissimi soldi da parte, e il suo sforzo è stato importante.
Anche nel caso della donazione indiretta quella in cui è indicato il fine dell’acquisto di un certo bene, ad esempio l’auto sopracitata, non serve il notaio. La ratio che sostiene ciò è data dal fatto che poi l’acquisto dell’auto avverrà in maniera trasparente, e potrà a sua volta essere verificata, perché comprata con i soldi donati.
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