Nel 2025 l’assegno di invalidità, l’assegno sociale e le pensioni minime avranno importi più alti. Quantifichiamo l’incremento.
A gennaio scatterà come ogni anno la rivalutazione delle pensioni e dei trattamenti economici erogati ai cittadini che soddisfano specifiche condizioni. Grazie alla perequazione si potrà contare su importi più alti ma non aspettatevi grandi somme nel 2025.
Si parla di perequazione delle pensioni per indicare la rivalutazione degli importi dei trattamenti pensionistici, previdenziali e assistenziali in base all’inflazione per poterle adeguare al costo della vita attestato dall’ISTAT. Tale diritto è sancito dalla Costituzione e ha l’obiettivo di garantire nel tempo il principio di adeguatezza degli assegni pensionistici e di assicurare ai pensionati mezzi adeguati alle esigenze di vita. Per evitare che l’importo diminuisca rispetto al momento della liquidazione originale è stato studiato questo meccanismo di perequazione che tiene conto della variazione dei prezzi a causa dell’inflazione.
Il sistema si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle Gestioni lavoratori autonomi, dal Fondo pensioni lavoratori dipendenti, dalle Gestioni sostitutive, esonerative, integrative, aggiuntive ed esclusive. Inoltre la rivalutazione si applica alle prestazioni assistenziali ossia alle pensioni sociali, assegno sociali, assegni per mutilati, invalidi civili, sordomuti e ciechi.
Stimiamo la rivalutazione applicata alle pensioni e alle prestazioni nel 2025
L’inflazione nel corso del 2024 è scesa. Ciò significa che non bisogna aspettarsi una rivalutazione importante come quella applicata nell’anno in corso e nel 2023. Nel DEF e nel Piano strutturale di bilancio si parla di incrementi stimati tra l’1,6% e l’1,8. Percentuali di molto inferiori rispetto al 5,4% del 2024 e al 7,3% del 2023. Cominciamo con i conteggi. Ad oggi l’assegno sociale erogato a chi ha compiuto 67 anni, ha un reddito basso e non ha raggiunto la pensione vale 534,41 euro ossia 6.947,33 euro all’anno.
Nel 2025 i nuovi importi varieranno tra 543,96 euro e 544,03 euro mentre i limiti reddituali saliranno tra 7.058,48 euro e 7.072,39 euro (da 13.894,66 euro del 2024 a 14.116,96/14.144,78 euro per le coppie). Passiamo alla pensione minima che oggi vale 598,61 euro ossia 7.781,93 euro all’anno. Non sappiamo se il Governo accorderà la rivalutazione straordinaria del 2,7% che porterebbe l’importo del trattamento a 624,61 euro oppure 625,83 euro.
Quando la Legge di Bilancio 2025 sarà pubblicata ufficialmente capiremo se e di quanto cresceranno le pensioni minime. Infine, nel 2025 la rivalutazione porterà aumenti (minimi) anche per la pensione di invalidità civile. Nello specifico, i 333,33 euro erogati oggi agli invalidi al 74% con reddito sotto i 5.725,46 euro e agli invalidi al 100% con reddito entro i 19.461,12 euro diventerebbero 338,66 euro con perequazione dell’1,6% oppure 339,33 euro con rivalutazione dell’1,8%.